venerdì 2 agosto 2013

Quando si "codava" di craking e reversing

C'è stato un tempo nel quale alcuni ragazzi provarono a capire. Un tempo nel quale si rifiutava la "pappa pronta", ma si provava a prepararsela da soli. Provando, sperimentando, leggendo e condividendo.

C'è stato un tempo nel quale 'hacking' significava anche "italiano", "imparare", "crescere", "dare" al popolo di internet. 
Forse non è del tutto morto, quel tempo; può darsi che sotto alle ceneri, qualcosa ancora covi, aspettando un altro periodo propizio. Ma nel frattempo, dato che ricordare il passato aiuta a costruire il futuro, torniamo un po' indietro a quel tempo...


Molti lo ricorderanno, il panorama "cyber-teen" italiano non è sempre stato l'attuale desolante scenario di ragazzetti preoccupati solo di avere lo smartphone più figo - di cui comprendono ed utilizzano il 50% delle funzioni, quando va bene, salvo cambiarlo appena esce quello "ancora più figo" - e di condividere convulsamente foto che li facciano apparire fighi, spiritosi, eleganti ed interessanti; al più, mi pare che gli adolescenti di oggi arrivino a scaricare (quanti significati ed implicazioni dietro a questo termine!) delle crack, applicandole poi pedestremente e ritenendosi soddisfatti di aver rubato del codice, tanto per farlo dato che poi non lo comprendono e lo usano "dall'oggi al domani", visto che "dopodomani" ci sarà già qualcosa di più "cool" - vi prego, dovessi mai usare questa parola non in senso ironico e/o scanzonatorio, abbattetemi!


In breve, una volta si cercava di non essere esclusivamente consumatori, ipnotizzati e vuoti.
Si provava - non è detto si riuscisse, ma si provava - ad essere più attivi, prima di tutto mentalmente.
Come funziona questo programma? Davvero non c'è modo di usarlo in quest'altra macchina? Perchè non posso adattarlo a questo o quello scopo? E' davvero impossibile farlo in altro modo? Come funziona davvero?

Sono alcune delle domande che si ponevano, allora, i ragazzi che costituivano il panorama dell'underground internettiano che voglio andare a ricordare...

SPOILER: le domande erano principalmente rivolte se stessi o ad altri della "comunità", non asetticamente a Google - anche se ovviamente si conoscevano ed usavano i motori di ricerca, non erano inizio e fine di una ricerca (qualsiasi essa fosse) come succede oggi!


  • C'era una volta...
Tra la metà degli anni '90 e gli inizi del 2000 il (allora) fiorente mondo dell'Internet Undergound contagiò dall'estero anche il nascente panorama italiano.
Già le cose si mossero nei primissimi '90, ma per vedere davvero sbocciare le potenzialità dell'undergound italico si deve risalire al citato periodo.

Questo "underground", che era un misto di reale e virtuale - e ciò anticipò di molto, in Italia, la situazione "social" che oggi diamo per scontato, solo che allora il "reale" vincolava il "virtuale", mentre oggi pare che sia il contrario - era, in modo perfettamente rispondente alla sua definizione, un'accozzaglia caotica (e per questo intensamente fertile) di personaggi/mentalità/idee/scazzi/cazzeggiamenti che avevano in comune essenzialmente:
  1. bisogno di conoscere/comunicare/condividere
  2. bisogno di "andare oltre" alle verità/nozioni pre-confezionate e riscaldate
  3. senso di oppressione - spesso "soffocamento", a volte vera e propria repressione - da parte di una "mano invisibile", eppure concreta, generalmente chiamata 'sistema'
  4. Il manifesto di Mentor, detto anche 'Hacker Manifesto', in quanto considerato la "base scritta" della filosofia (ma forse più del sentimento) hacker
Dato che internet stesso (quello massivo, il web) stava nascendo (ripeto, parlo sempre dell'Italia, che sapete oggi come allora è in cronico ritardo) proprio in quel periodo, anche l'underground prese a "organizzarsi" di pari passo.
Ben presto si ebbe una certa "suddivisione" e, dato il mezzo di comunicazione implicato, prese a farla da padrona la vena hacker.
Vi era sempre un intreccio tra questa e quelle punk, cyberpunk, ecc... ma la pratica/filosofia hacker conobbe il suo massimo in quei (purtroppo brevissimi) anni.

il Manifesto in versione wallpaper

  • Cosa si creò
Questo fermento cyber-intellettuale mise davvero un bel po' di carne al fuoco. Oltre a una miriade di "effetti secondari", ciò che principalmente si produsse furono:
  • siti underground, una vera e propria invasione che fu fondamentale per la crescita del web-panorama italiano; molti di questi infatti "istruirono" le persone che sono gli attuali costruttori del web (designer, amministratori, scripter, ecc...), fornirono idee e materiali (script, concetti, documentazione, ecc...) per il web "successivo" e via discorrendo
  • le crew, ovvero gruppi di ragazzi "dediti" a questa... pratica, missione, filosofia, passione? E' un po' tutto questo... ragazzi - molto approsimativamente si può pensare che l'età si concentrasse soprattutto tra i 16 e i 20 anni - che si univano in questi gruppi e, un po' per emulazione di situazioni estere, un po' per voglia di farsi grandi, ma tanto anche perchè ci credevano, ebbene sotto un'unica "bandiera" producevano tonnellate di bit
  • quando una crew era particolarmente motivata, fertile e attiva finiva per "pubblicare" una propria "zine"; parola "slang" (che a volte appare come 'e-zine') che sta per 'e-magazine', ovvero "rivista elettronica"; a volte anche qualche singolo si cimentava nell'impresa


  • Rimembri ancora quel tempo di tua vita elettronica...
Tanto per risvegliare ricordi in chi legge, faccio pochi (ma indicativi io credo) nomi.

Per quel che concerne i siti, spiccavano tra gli (innumerevoli) altri WolfOtakar, che in realtà non era certo dei migliori, ma è l'unico che io sappia che, seppur "morto", oltre ad essere ancora on-line mantiene in buona parte l'aspetto tipico di allora; l'UIC, Università Italiana Cracking, diversa da adesso; vari nomi come Spid3r, RingZ3r0, AndreaGeddon, ecc...

Le crew che ricordo erano direttamente collegate alle zines, per cui ne parleremo tra qualche riga.
Su tutte però devi citare il collettivo autistici/inventati, che non solo è sopravvissuta al tempo, ma non si è snaturata ed è invece cresciuta moltissimo, tanto che da tempo ormai gestisce una vera e propria piattaforma di hosting, che garantisce spazio web, bloggin', e-mail!

Le "zine" che ricordo sono molte. La maggior parte nasceva e spariva con una manciata di numeri; spesso passavano mesi da un numero all'altro, dopodichè i tipi sparivano e capivi che non avrebbero più pubblicato (perlomeno sotto quel nome). Non era un grosso problema, in quel momento, perchè poco dopo ne scoprivi un'altra (o altre due, tre, ecc...) e proseguivi.
Ma per me due furono i giganti: Butchered from inside, morta di fatto nel 2005 (11mo numero) e "seppellita" nel 2008 dopo 14 numeri in totale, ma per miracolo ancora on-line; OndaQuadra, non più on-line, anch'essa morta intorno al 2005 al 13mo numero, di cui potete leggere qui il manifesto - e altre cose sul mondo che vi sto raccontando ;)


  • Torniamo all'oggi
Oggi, perlomeno che io sappia, quel mondo è quasi del tutto scomparso. Pochi sono i siti/autori di allora ancora attivi , ancor meno quelli che hanno mantenuto lo spirito di un tempo.

Così su due piedi, il primo che mi viene in mente è evilsocket (Simone Margaritelli su G+), anche se proprio di recente ha cambiato "faccia" (e mi pare anche un po' intenzioni) al sito, è tra le migliori espressioni della passione e dell'impegno che vi ho raccontato.

Vi erano poi i ragazzi di Under AttHack, una vera e propria "zine" alla vecchia maniera (versione moderna off course), che è uscita con ben 15 numeri - come abbiamo visto, davvero un record.
Purtroppo però è da un annetto e mezzo (forse più) che sembrano spariti...

Se fate una ricerca ovviamente trovate una marea di forum (soprattutto), addirittura qualche pagina di FB. Ma spesso si tratta solo di posti dove 'si prende e non si dà' (come cantava Paola Turci).
Riguardo Anonymous, avrò da parlarne in seguito; ma comunque non lo classifico in quest'ambito, per cui avrete capito che l'opinione non è positiva.

Nomi che si susseguono... ricordo KingInfect e Meh che però mi paiono "andati". Nel senso che oggi quei pochi che producono tonnellate di codice finiscono nelle maglie del commercio; diventa un lavoro.
Non fraintendetemi, non dico sia un male; perlomeno queste persone, che sicuramente s'impegnano e sicuramente sono meritevoli, in quanto spiccano all'interno di un panorama nel quale, con tutta la disponibilità di codice già pronto e di comodità sempre a portata di mano, è ben difficile far valere ancora la potenza del Se, insomma dicevo se lo meritano e va bene così.
Il problema è che non vengono "sostituiti", non c'è la naturale rigenerazione. Sembra un po' lo stesso problema che c'è, per esempio, nella cultura e nello sport (ma anche altrove).

Sarebbe il caso di farsi qualche domanda su ciò che la società, in generale, è diventata e su ciò che spinge a diventare...

il glider, simbolo hacker

  • Ditemi la vostra
Per ogni post, per ogni argomento mi piacerebbe sentire qualche parere. Di solito non mi caga mai nessuno XD

In questo caso in particolare mi piacerebbe ricevere critiche ed opinioni, anche perchè la memoria vacilla - sì che riferimenti sull'hard disk ne ho, cercando e ricercando si può ottenere qualche informazione più "sicura", ma ho preferito andare " a sentimento", per rimanere nello spirito dell'intero post.

Insomma, se avete da ricriminare qualcosa, se ho dimenticato qualcosa che per voi è importante, o viceversa aggiunto cose falsate/non veritiere (ripeto: escludete la malafede!), fatemi sapere.
;)

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