giovedì 1 agosto 2013

Privacy - 6: niente panico

Proseguo nella pubblicazione degli appunti sulla privacy, sperando che serva anche a mettere un po' a nudo la superficialità giornalistica e della "cultura popolare" riguardo a questo argomento, dato che vengono fuori articoli e considerazioni che trattano certi avvenimenti come straordinari, fatti eclatanti al di fuori della prassi.
Si evidenzia, invece, di come lo spiare sia non solo prassi comune alla sfera commerciale tanto quanto a quella socio-poliziesca (e militare, off course), ma anzi sia talmente radicata all'interno del nostro sistema di vita che, nelle sue molteplici forme, il più delle volte sfugge anche alla classificazione di quello che realmente è: invasione e violazione della sfera privata.


Appunti precedenti:

  1. Analisi dei dati
  2. Alcuni 'perchè'
  3. La statistica
  4. Il 'percorso euristico'
  5. Prime osservazioni

  • Come si può rimediare a tutto questo?
Non si può.
O meglio, ci sono tante iniziative di vario tipo, qualcuna anche di impostazione legale, per protestare contro l'uso dei dati privati, per boicottare chi ne fa un uso davvero indiscriminato, ecc... Ma la realtà delle cose è che se usi internet, lo usi spesso e ancor più lo usi nelle sue forme "aggregative" - di cui ad oggi i social ne sono la massima rappresentanza - a questo sistema non sfuggi.

Il chè sembrerebbe una contraddizione col titolo che invece dice 'niente panico'. Ma il concetto è davvero semplice: la miglior difesa è la conoscenza (non nel senso tecnico definito nelle precedenti "puntate", ma in quello consueto e generale).

  • Comportarsi di conseguenza
Se noi sappiamo che un determinato click finirà nel "calderone" del nostro profilo privato, sappiamo anche se, per così dire, "il gioco vale la candela"; sappiamo soprattutto che ha senso condividere su internet quello che si vuole effettivamente condividere, mentre è insensato a livello virtuale (ma anche reale, secondo me) condividere una cosa per farla rimanere segreta, il classico "te lo dico ma non dirlo a nessuno". :?

Se acquistando un libro sappiamo che potrebbe darci fastidio che qualcuno lo sappia, oppure che qualche casa editrice ci venga a mettere banner specifici su quel genere, non lo acquistiamo su internet.
Se sappiamo che potrebbe darci fastidio che qualcuno sfrutti il fatto che siamo appassionati di un certo sport per proporci del materiale tecnico, perchè magari abbiamo già il nostro negozio di fiducia e non vogliamo essere disturbati in quel senso, allora non condividiamo le nostre vittorie con foto e proclami su FB.

E' giusto? Ovviamente no.
Ma le cose stanno così. Se vogliamo fare una protesta radicale, non utilizziamo affatto e nessun social, nessuna applicazione per telefonino di questo tipo e allora, almeno per quanto riguarda questo scenario, non incorriamo in pericoli. Ma il titolo dice 'niente panico' proprio perchè, in realtà, è possibile farsi andare bene la "via di mezzo", ovvero - tornando al concetto espresso sopra, il concetto fondamentale - facendo un uso consapevole di questi mezzi di comunicazione.


  • Ancora un passo avanti
Inoltre, sempre fermo restando che è il boicottaggio l'unico sistema radicale per contrastare queste che sono vere e proprie appropriazioni indebite di dati personali, vi sono tante iniziative, grandi o piccole che siano, per "alzare la voce" e far capire agli "agenti commerciali" che non siamo proprio pecoroni.

Intando limitare le applicazioni FB che si hanno sul proprio profilo, magari riducendole a 0, visto e considerato che sono tutte cialtronate.
E poi sicuramente approfondire il proprio ruolo all'interno dell'universo della rete, seguire blog e giornalisti che parlano di queste cose, associazioni che le combattono.
Rendersi conto che l'uso del web non è tipo quello di un frullatore: carico il cibo, accendo, spengo, bevo il frappè. Ma è invece un qualcosa di digitalmente vivo, perchè nel momento in cui genero un flusso di dati, questi rimangono comunque nella Rete e possono avere una loro "vita", al di là che io dopo magari spenga tutto e me ne dimentichi.

Quindi, ogni tanto, sarebbe sensato andare un po' oltre i due click e il 'mi piace' e tenere d'occhio cosa c'è oltre a quei bit che, al di là che io me ne renda conto o meno, mi appartengono.

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